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Parla il boss Trimboli: il più grande trafficante di cocaina della ’ndrangheta diventa “pentito”

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La scelta di collaborare con lo Stato resa pubblica durante un processo per droga che si sta celebrando nel tribunale ad Alessandria con il pm Antonio Rinaudo della Dda torinese

giuseppe legato
alessandria

Uno dei più grandi «broker» della ‘ndrangheta calabrese nel mondo sta parlando, da mesi, con la Dda di Torino e con altre autorità italiane. È diventato collaboratore di giustizia prima dell’autunno scorso, è entrato nel programma di protezione e sta raccontando quanto sa sulle proiezioni della mala, ma soprattutto sul traffico di cocaina, che è poi la sua specialità assoluta. Domenico Trimboli, alias Pasquale, nato a Buenos Aires, 61 anni, era stato arrestato il 4 giugno nel municipio di Caldas nei pressi di Medellin, in Colombia, da personale del Corpo tecnico investigativo della Fiscalia di Bucarananga su input del Ros dei carabinieri, della Dda di Reggio e della squadra mobile di Alessandria.

Latitante dal 2009

Era latitante dal 2009, da quando cioè su di lui pendeva un mandato d’arresto firmato dal gip del Tribunale reggino per traffico di stupefacenti documentato nell’operazione «Chiosco grigio» (dal nome del locale di Alessandria nel quale alcuni dei 35 indagati si riunivano per disegnare strategie criminali) messa a segno dal Goa di Catanzaro e per un cumulo pene di 12 anni.

Tremano le cosche

Tremano le cosche della fascia Jonica calabrese, ma anche le loro proiezioni dell’Alessandrino dove da tempo si sostiene esista una vera «locale» (struttura di base della ‘ndrangheta) sulla quale ancora non è stata fatta piena luce (ne ha parlato diffusamente il pentito del processo Minotauro Varacalli) e dove Domenico Trimboli è stato più volte localizzato (molti suoi parenti vivono nella provincia e in città).

Udienza per droga

La notizia della scelta del trafficante (la cui famiglia è originaria di Natile di Careri, cuore della Locride) di collaborare con lo Stato è diventata pubblica poche settimane fa in un’udienza di un processo per droga che si sta celebrando a Alessandria e in cui la pubblica accusa è rappresentata dal pm della Dda torinese Antonio Rinaudo. Nella lista dei collaboratori da escutere non c’era solo il nome di Rocco Varacalli, ma anche quello di Trimboli, che avrebbe dovuto collegarsi da una località segreta. Da qui l’ufficialità. Le dichiarazioni di Trimboli sono – ovviamente – top secret, ma il calibro del personaggio, considerato collante tra i principali cartelli colombiani e la ‘ndrangheta in Italia, fa immaginare quanto possano diventare dirompenti nei futuri scenari della lotta alla mafia anche nella provincia di Alessandria, base e crocevia, come documentato dal Goa,di affari illeciti e di pianificazioni sui grandi carichi di cocaina in arrivo in Italia. Proprio quelli in cui Trimboli era specializzato.

Maxicarichi di cocaina

All’indomani del suo arresto ne era stato tracciato il profilo: «È un broker capace di fare arrivare carichi nell’ordine di 2/3 tonnellate per volta» avevano spiegato il procuratore capo di Reggio Cafiero De Raho e l’aggiunto Nicola Gratteri. Un uomo abilissimo con le lingue e che trattava cocaina direttamente con i cartelli più potenti. Poco prima di lui era stato arrestato a Miami Luigi Barbaro (aprile 2013), residente nel Torinese coinvolto anch’egli nell’operazione Chiosco grigio di Alessandria. A Reggio Calabria, su istanza dei suoi legali Carlo e Oreste Romeo, è stata dichiarata l’incompetenza territoriale e lo stralcio del processo (Chiosco grigio si è già conclusa con pesanti condanne in Appello), è stato trasferito a Torino. Qui, il gip La Rosa nei giorni scorsi ha deciso «la scarcerazione di Barbaro – dicono allo studio Romeo – per mancanza di gravi indizi di colpevolezza in ordine a due capi di imputazione contestati in questo procedimento: il traffico di droga e il ruolo di capo promotore (insieme a Trimboli) del sodalizio criminale». Libero dunque, in attesa di essere giudicato però.

http://www.lastampa.it/2015/03/17/edizioni/alessandria/si-pentito-il-pi-grande-trafficante-di-cocaina-della-ndrangheta-parte-da-alessandria-la-confessione-del-boss-domenico-trimboli-RTAiUgHwzvIHTkwAKNwNNI/pagina.html

‘Ndrangheta, si pente il boss Domenico Trimboli: “Voglio collaborare”

Arrestato nel 2013 a Medellin, “Pasquale” – questo il suo soprannome – era considerato il broker del narcotraffico tra Europa e Sudamerica. E’ stato lui stesso a comunicare la decisione durante una udienza ad Alessandria

Si è pentito il boss dei due mondi. Lo chiamavano “Pasquale”, era stato arrestato nell’aprile 2013 a Medellin, in Colombia, dopo 4 anni di latitanza. Domenico Trimboli era uno dei più importanti narcotrafficanti della ‘ndrangheta. Capace di muoversi tra l’Europa e il Sudamerica con la stessa semplicità di chi si sposta da un quartiere all’altro di una piccola città di provincia. Un personaggio in grado di fare arrivare tonnellate di cocaina destinata non solo alla ‘ndrangheta, ma anche a Cosa nostra e alla camorra. “Ho deciso di collaborare”. La notizia l’ha data lui stesso durante un’udienza al Tribunale di Alessandria. Da mesi ormai sta riempiendo verbali della Dda di Torino e di altre Procure italiane.

Nato in Argentina, a Buenos Aires, Domenico Trimboli è originario di Natile di Careri, nella Locride. È ritenuto uno dei broker più affidabili dai narcos sudamericani. Era l’uomo di collegamento tra questi e le famiglie mafiose calabresi e siciliane. Il suo giro toccava anche il Piemonte ed è proprio seguendo la pista del nord Italia che i carabinieri del Ros e il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri sono riusciti ad arrestarlo l’ultima volta a Medellin dove era in contatto con il narcotrafficante Nelson Ybara Ramirez del quale ha sposato la sorella Valencia Silva Luz. Ma anche con un altro broker della ‘ndrangheta, quel Roberto Pannunzi detto “Bebè” arrestato nel luglio del 2013 a Bogotà.

Proprio i legami con le principali cosche della Locride e con i cartelli colombiani hanno consentito a Trimboli di continuare a gestire il narcotraffico di cocaina anche nel periodo in cui era latitante. Dopo meno di due anni di carcere, oggi ha saltato il fosso. “Pasquale”, così si faceva chiamare, ha deciso di collaborare con la giustizia mettendo a disposizione delle Procure di Reggio Calabria e Torino le sue conoscenze sui traffici internazionali di cocaina. E i due mondi tremano.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/19/ndrangheta-si-pente-boss-domenico-trimboli-voglio-collaborare/1519772/

Squarcio nel cuore della ‘ndrangheta, si è pentito
il boss e re del narcotraffico Domenico Trimboli

L’uomo è stato arrestato arrestato nel 2013 in Colombia ed ora ha deciso di collaborare. E’ considerato un “pezzo da novanta” della criminalità organizzata calabrese ed è originario della Locride

di FRANCESCO SORGIOVANNI

C’E’ un nome nuovo tra i collaboratori di giustizia. È il nome dell’ultimo pentito della ‘ndrangheta. Un nome che potrebbe conoscere molti fatti. È un pezzo da novanta, l’uomo “d’oro” delle ‘ndrine calabresi. Da mesi starebbe parlando e riempiendo verbali davanti ai magistrati della Dda di Torino e di altre autorità.

La notizia a sorpresa è arrivata durante l’udienza di un processo per droga presso il tribunale di Alessandria, come riporta oggi un ampio servizio pubblicato sull’edizione cartacea del Quotidiano. «Ho deciso di collaborare», questa la prima dichiarazione del 61enne Domenico Trimboli, alias Pasquale, uno dei più grandi narcotrafficanti mondiali della ‘ndrangheta.

LE FOTO DELL’ARRIVO DI TRIMBOLI A FIUMICINO

Trimboli, pur essendo nato in Argentina, a Buenos Aires, appartiene ad una famiglia originaria di Natile di Careri, nella Locride. L’ultima volta è stato arrestato nel 2013 a Medellin in Colombia e da circa un anno, dopo l’estradizione, è carcerato in Italia. Ora vive sotto protezione in una località segreta. Domenico Trimboli è stato per molto tempo uno “specialista” del traffico internazionale di cocaina tra il Sud America e l’Europa.

E proprio dai particolari su tali traffici sarebbe partito nelle sue dichiarazioni ai magistrati non solo torinesi. Trimboli non è un boss qualunque. Ed è per questo che la notizia della sua collaborazione con la giustizia fa tremare molte persone. Secondo quanto emerso dalle recenti attività investigative, Trimboli costituiva l’elemento di raccordo tra i gruppi fornitori colombiani e le cosche jonico-reggine della ‘ndrangheta, funzionale al traffico di ingenti quantitativi di droga.

Da oltreoceano, infatti, quando il boss era latitante continuava ad organizzare la spedizione di ingenti quantitativi di cocaina verso il mercato europeo ed italiano. Aveva rapporti commerciali non solo con le cosche della ‘ndrangheta ma anche con la camorra e la mafia siciliana.

Insomma, un uomo potentissimo, il numero uno dei trafficanti, il “boss dei due mondi” come è stato definito, che ora avrebbe deciso di chiudere con la malavita. Di lui aveva parlato il pentito Rocco Varacalli quando aveva spiegato i legami della ‘ndrangheta di Natile di Careri con Alessandria, vale a dire il primo tentativo di costituire in provincia una ‘ndrina, una filiale della cosca madre operante in Calabria. Trimboli ha saltato il fosso.

I magistrati antimafia lavorano sulle pagine dei verbali del nuovo pentito per vagliare l’attendibilità delle dichiarazioni che sta facendo e trovare i riscontri. Per Trimboli è scattato il piano di protezione. È uno che sa tanto. E tremano le cosche di ‘ndrangheta, che del traffico di droga avevano fatto la principale fonte di business.

giovedì 19 marzo 2015 13:10

http://www.ilquotidianoweb.it/news/cronache/735322/Squarcio-nel-cuore-della–ndrangheta.html

Clicca quì per leggere l’articolo dell’arrest di Trimboli


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